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130/377: Lotzorai

ISPIRAZIONE

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Parto da Tortolì salutando e ringraziando Maurizio del bnb il Vicoletto per la disponibilità degli ultimi due giorni, e mi avvio verso Lotzorai. Passo da Girasole, che ho visitato ieri, percorrendo ancora la sua bella pista ciclabile, e mi immetto nella statale 125, che entra a Lotzorai.

La giornata è iniziata soleggiata ma il cielo sta iniziando a coprirsi. Entro in paese, e incontro Stefano Tore, un musicista, compositore, che mi contattò tempo fa. Stefano è nuorese, ma il nonno materno era di Lotzorai, aveva un’azienda agricola proprio all’ingresso del paese, dove oggi rimane una bella e ampia casa rimasta agli eredi, e dove sarò ospite.

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Nonostante abbia iniziato a piovigginare, io e Stefano, armati di ombrello, ci dirigiamo al Castello di Medusa, o detto anche Castello d’Ogliastra. Saliamo il sentiero e poco dopo arriviamo in cima alla collinetta. Stefano si dimostra preparatissimo sulla storia di questa zona, e mi racconta di questo castello medioevale, appartenuto al Giudicato di Cagliari, ma probabilmente costruito dai fenici e poi espanso dai romani, e successivamente distrutto dagli Spagnoli. Saliamo a ridosso delle mura, in parte ben conservate, e riusciamo ad entrare nell’area interna alle mura, e a risalire sopra un lato del castello, dal quale si riesce ad entrare in quella che è l’unica stanza rimasta intera, proprio accanto all’ingresso, probabilmente dotato di un ponte levatoio.

Da questa altura si domina tutta l’area, la vallata verso il paese e le retrostanti montagne dove si intravede Baunei, tutta la linea di costa, e il lato dello stagno di Tortolì e Girasole. Qui intorno la rete fluviale era ben sviluppata e da qualche parte tra lo stagno e il Rio Girasole sono presenti resti di moli, probabile approdo fluviale nell’entroterra per servire il Castello. Stefano mi fa vedere anche i pilastrini in granito, che tracciano il confine tra Lotzorai e Girasole, arrivando proprio in mezzo al castello…la coppia che ho incontrato ieri aveva ragione!

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Dopo un bel pranzetto a base di culurgiones, nel pomeriggio ci facciamo un giro nel centro storico, ammirando qualche scorcio interessante, la piazzetta con il monumento ai caduti, e qualche costruzione antica in mattoni di ladiri. Passiamo vicino alla chiesa di Sant’Elena imperatrice, che venne ricostruita nuova dopo che la vecchia, poco distante da qui, crollò. Ci dirigiamo ai ruderi della vecchia chiesa. Qui si trovano ancora una buona parte della facciata e delle mura, contenenti delle nicchie, con ancora dei decori riconoscibili. Fuori dalle mura esterne si trovano moltissime tombe a terra e lapidi. Stefano mi assicura che fino a poco tempo fa si potevano ancora trovare ossa umane che ogni tanto uscivano allo scoperto!

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Continuiamo a passeggiare e ci spostiamo nel rione chiamato Donigala, dove si trova la chiesa di Santa Barbara, circondata di olmi. Qui entriamo in un bar a prendere un caffè, e Stefano mi fa notare che le mura interne di questo bar sono di origine medioevale, e includono una bella volta in pietra, che fotografo, destando la curiosità della barista e degli altri clienti!

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Da qui poi facciamo una lunga passeggiata attraverso i campi e arriviamo alla spiaggia detta delle rose. La giornata è grigia e non c’è nessuno. Ci fermiamo ad ammirare il mare, proprio di fronte a noi si trova l’Isolotto d’Ogliastra, in realtà tre piccole isolette di granito e porfido rosso. Rientriamo verso il paese costeggiando il Rio Girasole, camminando sull’argine e poi rientrando nel retro del terreno appartenuto ai nonni di Stefano, con un bell’agrumeto dal quale rubo un paio di mandarini per il dopocena!

 

FRAMMENTI SONORI

Al Castello. Suonato da Stefano Tore.

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BREVI NOVELLE SARDE

Stefano, 36 anni, è un compositore, musicista, produttore. Ha studiato piano e poi composizione a Firenze, ma ritiratosi dal Conservatorio scappa a Londra dove completa gli studi come ingegnere del suono al SAE Institute e poi ritorna in Sardegna. Il suo recente disco ‘Sur La Mer’, che mi era capitato per caso di ascoltare qualche mese fa, è stato definito di “raffinatezza d’altri tempi”. Una raccolta di “dieci acquerelli musicali”, come li definisce lui, che tra l’altro sono stati prodotti dall’etichetta Stella Recordings del nostro amico in comune Stefano Guzzetti.

Durante tutta la giornata, oltre che parlare della storia e dei luoghi di Lotzorai, parliamo di musica, e troviamo moltissimi punti in comune, specialmente la trasversalità dei gusti, che vanno dai Beatles (che Stefano mi suona da un vecchio giradischi) al punk, a Frank Zappa, alla musica barocca. Non a caso Stefano mi mostra con orgoglio il suo recente acquisto, una spinetta che ha trovato a Cremona nel 2016 e poi portato qui. Sono contentissimo di poterci suonare sopra un po’ di Bach! E per il frammento di oggi, mi siedo a scrivere qualcosa che suoni come proveniente dal Castello di Medusa…e che faccio registrare a Stefano, in onore della nostra nuova amicizia (ma in realtà perché lui suona la spinetta molto meglio di me!)