133/377: Talana
ISPIRAZIONE
Parto presto da Triei, oggi mi aspetta una strada lunga e dura, in una giornata nuvolosa. Percorro un tratto di pianura, lungo una strada interna che per un tratto diventa bianca. Me la prendo con calma. Per un tratto costeggio il Rio Pramaera, che sfocia proprio accanto a Lotzorai, dopo aver scavato i graniti intorno, e lo scenario in certi punti mi ricorda quello della orientale sarda nel tratto di Campuomu che ho percorso nella mia giornata di Burcei. Dopo un lento salire in mezzo a colline sempre più aspre, arrivo fino alla base delle montagne, e da qui inizia la vera salita, ed è più lunga e dura di quello che pensassi!
Mi rassegno e salgo lentamente. Il panorama diventa sempre più mozzafiato, e inizio a vedere Talana nella montagna di fronte. Non arrivo mai. Un po’ la stessa sensazione della salita per Villasalto. Questa entra nella top ten delle salite!
Arrivo finalmente a Talana, e come tanti paesini di montagna, ho ancora da salire molto prima di arrivare in centro! In Comune, accanto alla bella chiesa di Santa Marta, mi accolgono il Sindaco Franco, l’assessore Sergio e un altro Franco, una guida, con il quale visiterò il territorio. Saliamo sul fuoristrada del Comune e guidiamo sulle montagne dietro il paese. Il cielo è completamente coperto, ed entriamo letteralmente nelle nuvole, che avvolgono il Monte Mundugia. Svalichiamo, oltrepassando una scultura gigante dei quattro mori, e siamo sull’altopiano. Purtroppo la vista verso il mare e i monti di Baunei non è limpida, ma mi assicurano che da qui, in giorni tersi, la vista è mozzafiato.
Arriviamo al bel Nuraghe Bau ‘e tanca, nel mezzo dell’altipiano, un paesaggio oggi spettrale. Qui vicino si trova anche una tomba dei giganti, vicino ad un’area picnic dove passa un torrente dall’acqua cristallina. Rientriamo a Talana facendo un giro lungo e passando da Villanova Strisaili e Villagrande Strisaili.
Dopo un pranzo a base di carne buonissima, facciamo un giro del centro storico del paese, ricco di scorci caratteristici, vecchie case in pietra e vicoli stretti. Riprendiamo la macchina per percorrere la strada che va verso Villagrande Strisaili che però è interrotta da una importante frana. Arriviamo fino a che possiamo, e da qui ammiriamo la vallata che ci separa dal paese, con il Monte Carcangiu, dove una serie di cascate nelle pareti granitiche si lanciano su una valle strettissima. Mi raccontano che in queste scarpate, senza via di fuga, rinchiudevano i caproni quando le capre erano in calore.
Quando rientriamo, mi dirigo al parco accanto al campo sportivo, in una zona nuova del paese, dove racconto la mia avventura prima ai bambini piccoli e ai genitori, in mezzo ai giochi, e poi ai ragazzi più grandi che hanno appena finito l’allenamento di calcio e che stanno tutt’intorno a me, nel centro del campo, ad ascoltare curiosi. Uno di loro tira fuori un’armonica a bocca e mi sorprende con un ballo sardo, che seguo subito all’ukulele. Finisco la serata a cena col Sindaco Franco che mi racconta dello scomparso villaggio di Mannorri.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Mannorri era un vecchio villaggio tra Talana e Urzulei, ormai scomparso. Secondo la leggenda, ma anche i racconti degli anziani di Urzulei, fu una terribile faida a sterminare la maggior parte degli abitanti. Tutto nacque dall’amore tra il giovane Giuanni, di aspetto poco piacevole, tanto da venir descritto come un’istria (barbagianni), detto anche ‘indentiu’ perché nato già con i denti, presagio di sventura. Giuanni si innamorò de Sa Bella de Mannorri, la quale però era innamorata di un forestiero, un uomo di Orgosolo che portava il bestiame a pascolare in queste zone.
Durante i balli sardi in occasione di una festa Giuanni Indentiu in un attacco di gelosia uccise il rivale, lì presente. Questo scantenò un’interminabile faida che si concluse con moltissimi morti e con l’abbandono del villaggio da parte dei pochi sopravvissuti, verso Talana, Urzulei e altri paesi limitrofi dell’Ogliastra. Di Mannorri imangono solo pochissimi resti, e una nuova chiesa che fu costruita vicino ai resti della vecchia.