165/377: Buddusò
ISPIRAZIONE
Percorso facile oggi, una decina di chilometri di piano e leggera discesa, attraverso querce da sughero, e man mano che mi avvicino a Buddusò compaiono anche alcune cave di granito, un’attività importante per questa zona, anche se negli ultimi anni la produzione è scesa considerevolmente.
Arrivo in paese dove mi sta aspettando Maria Antonietta, conosciuta nella mia tappa 9 di Ollolai. Con lei Angela, assessore alla cultura, e Luca, una guida archeologica. Dopo un caffè in centro insieme a Gianni, presidente della Scuola Civica di Musica, ci rechiamo al sito archeologico di Loelle. Qui si trova un bellissimo nuraghe, nel quale entriamo e saliamo fin sulla cima, con Luca che mi spiega bene la struttura delle varie camere e i loro usi. Mi dice anche che qui vennero trovate delle pietre perfettamente sferiche, probabilmente proiettili che i primi abitanti usavano con le fionde per difendersi da attacchi esterni.
Poco distante da qui, in mezzo alle sughere, due tombe dei giganti, e una curiosità che ci mostra Maria Antonietta, il “dolmen più piccolo del mondo”, una lastra di pietra appoggiata orizzontalmente su altre due più piccole e tozze. Rientriamo in paese per una aperitivo prima di recarci al centrale Ristorante Logudoro dove ci attendono a pranzo, un pasto a base di antipasti buonissimi, pasta e maialetto (rinunciamo alle sebadas!!).
Nel pomeriggio Maria Antonietta mi porta a fare un giro nel centro storico del paese, ricco di begli edifici in granito, alcuni dei quali disabitati, altri ben ristrutturati. In paese si possono ammirare tantissime statue in granito, opere di scultori da tutto il mondo che partecipavano ad un simposio di scultura che annualmente si svolse a Buddusò tra il 1984 e il 2004 (mi ricordo ora di Teulada, altro comune dove ho trovato una cosa simile). Sempre dentro il paese, nella parte alta, visitiamo le Domus de Janas di San Sebastiano, quasi attaccate a delle abitazioni (un po’ come già visto a Nughedu Santa Vittoria).
La giornata si è rovinata e ha iniziato a piovere, e le temperature sono notevolmente scese. Ci rechiamo alla diga di Sos Canales, uno sbarramento sul Tirso, il fiume più lungo della Sardegna che nasce proprio qui vicino, in zona Sa Pianedda, al confine con Bitti. Sotto la pioggia riusciamo ad ammirare le acque circondate di boschi. Rientriamo in paese, questa volta per la visita al Museo di Arte Contemporanea. Qui Pieropaolo ci guida attraverso l’esposizione di sculture, quelle in legno all’interno della struttura, mentre quelle in granito si trovano all’esterno. Anche qui come nel centro del paese, le sculture sono opere dei partecipanti al simposio di scultura. Ci soffermiamo su quelle in legno, alcune abbastanza figurative mentre altre molto astratte e interpretabili in diversi modi, soprattutto quelle fatte da scultori d’oltreoceano.
Terminiamo la serata visitando la chiesetta campestre di Santa Reparata, nelle campagne a sughere in direzione di Alà dei Sardi da dove son venuto stamattina. Tutt’intorno alla chiesa tavolate in granito. Qui infatti a settembre?? si svolge una festa che attira migliaia di persone. Alcuni membri del comitato sono qui a fare dei lavori, e ci mostrano orgogliosi le cucine, in dei casolari vicini, con un numero impressionante di pentoloni dalle dimensioni giganti, necessari per fornire il cibo per tutti i partecipanti!
Concludiamo la serata a cena all’hotel La Madonnina di Francesca e Gianni, che l’amico Gianni (un altro, il terzo oggi!) conosciuto nella mia giornata 2 a Oliena ma originario di Buddusò, mi ha gentilmente prenotato. Qui insieme a Maria Antonietta (con la quale abbiamo ordinato due minestre per bilanciare il pranzo corpulento) ci raggiungono Angela e suo marito…Gianni anche lui!
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Nella mia tappa 9 di Ollolai ricevo una notifica di tag su Facebook da una tale Maria Antonietta che non conosco: è la foto del cartello di ingresso del paese col mio adesivo e con la dicitura “sulle tracce di Sebastiano Dessanay”. Mi preoccupo un po’ quando ricevo il messaggio di questa sconosciuta che vuole, nelle sue parole “conoscerti e stringerti la mano”. In una giornata piovosissima ma impegnatissima riusciamo comunque a incontrarci. Si presenta questa donna dall’accento milanese. Maria Antonietta è infatti nata a Milano da genitori di Buddusò e nonostante viva a Milano, riesce a tornare in Sardegna tutti i fine settimana. È appassionata di archeologia e ogni volta che torna si gira i vari siti, da sola o in compagnia di un gruppo di archeologia, va a vedere eventi, semplicemente visita posti che non conosce. Da Ollolai poi la rincontrerò varie volte, a Gavoi durante il mio evento al Museo del Fiore Sardo, e poi per caso (?) a Galtellì in pizzeria col gruppo di archeologia, a Olbia (dove possiede una casa di famiglia) e oggi qui a Buddusò…Antoniè, me ne son dimenticato qualcuna?