
240/377: Sennariolo
ISPIRAZIONE

In pochi chilometri di soleggiato pianoro vulcanico entro di nuovo nel Montiferru, alle sue pendici.
Montiferru. Era fine novembre 2018 ed ero in viaggio da solo un mese quando arrivai a Santu Lussurgiu. Da lì però mi diressi a sud, verso Bonarcado, Seneghe e Narbolia. Dopo otto mesi sono arrivato sull’altro versante di questo complesso vulcanico.
Vengo accolto dal vice Sindaco Concetta, che non potrà stare con me, ma ha predisposto un locale comunale per il mio pranzo, gentilmente preparato da lei, e mi consiglia cosa vedere in paese. Sennariolo è tra i paesi più piccoli della Sardegna, parte del circuito Borghi Autentici d’Italia e nel suo territorio si produce un ottimo olio d’oliva e un pregiato miele.

Decido di visitare prima la chiesa Santa Vittoria, fuori dal paese. Dopo una pedalata sotto un sole sempre più rovente e in mezzo a campi ingialliti, percorro l’ultimo tratto di ripida salita per arrivare in cima alla collina dove venne costruita la chiesa, per celebrare la sconfitta degli invasori Saraceni. Il colore bianco della chiesa è quasi abbagliante.
Salgo su un muretto a secco. Da qui il panorama è notevole: da un lato tutto il complesso del Montiferru, con Cuglieri ai suoi piedi, di fronte la costa e il mare. Riesco a vedere la valle del Rio Mannu e la sua foce in territorio di Tresnuraghes, la Foghe che non son riuscito a visitare ieri. E più in fondo le cime montuose tra Bosa e Montresta. Splendido.

Rientro in paese e, dopo aver pranzato, mi riposo al b&b Alma, gentilmente prenotatomi dal Sindaco Gianbattista, che per impegni istituzionali non poteva essere qui oggi. Nel pomeriggio vengo raggiunto per un caffè dall’amico Barore, conosciuto a Putifigari, in gita nella zona con tutta la famiglia. È bello che tante persone seguano il mio viaggio, sia virtualmente che a volte fisicamente!

Siamo seduti al bar all’ingresso del paese, dove transitano altre due persone già conosciute. Il mondo (sardo) è piccolo. Ero in un bar di Bosa quando i due mi guardano e mi chiedono “ma tu sei Dessanay?”. Risposi di sì e loro “siamo Sindaco e vice di Scano Montiferru, praghere!”. Ed eccoli di nuovo, li rivedrò tra due giorni!
La fontana di fronte al bar, con i tubi che escono da un masso basaltico e sputano acqua su delle brocche, mi indica dove proseguire il giro del paese. Nella sua direzione posso infatti intravedere una bella cupoletta ricoperta di maioliche colorate.

Arrivo alla chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo e mi rendo conto che la cupola è proprio sopra la torre campanaria. L’architrave dell’ingresso è di trachite rossa, la pietra “nobile”, proprio come quella che costituisce il vicino monumento ai caduti.
Mi inoltro nelle viuzze strette del centro storico, dove le case sono tutte basse, in basalto, arenaria, e a volte mix di rocce varie, e avvisto diverse architravi decorate, incastonate nelle facciate, prese da chissà quali antiche dimore, oppure ultimi residui di case sardo/spagnole.

Avvisto svariati murales, alcuni molto belli, e statue in basalto. Arrivo al bordo meridionale del paese. Questo si affaccia su una profonda vallata rocciosa, oltre la quale posso vedere Cuglieri con la sua basilica che troneggia bianca sull’altura, dove sarò domani. Credo che da qualche parte lì sotto ci siano i ruderi della chiesa campestre di Santu Chirigheddu (San Quirico) proprio al confine tra i due comuni. La aggiungo alla lunga lista dei “grandi assenti” di questo viaggio.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
In una delle stradine del centro storico incappo in una costruzione speciale. È una delle sedi della Fondazione Hymnos, la cui sede principale visitai nella mia giornata a Santu Lussurgiu.
La Fondazione Hymnos si occupa dello studio e della valorizzazione delle fonti musicali antiche liturgiche, e dei canti a più voci di tradizione orale dell’odierna vita religiosa e sociale delle comunità della Sardegna.
Qui a Sennariolo, dalla metà del Settecento, esiste la confraternita del Rosario, con il gruppo di cantori, che, eccetto una lunga interruzione nel secondo dopoguerra, si occupano di mantenere vivo il repertorio corale ecclesiastico, specialmente quello della Settimana Santa.
Il repertorio viene recuperato e si trasmette alle nuove generazioni grazie anche alla memoria storica degli anziani. Tra i membri del coro che hanno contribuito a questo recupero del repertorio specifico di Sennariolo c’è stato anche l’attuale Sindaco Gianbattista.
Post Scriptum (aprile 2020).
Nella mia giornata ad Aggius, ricordo l’entusiasmo dell’assessore Andrea, oggi purtroppo non più con noi, nel parlarmi delle tradizioni vocali galluresi, ben espresse nel suo paese, e del legame tra Aggius e Sennariolo, due realtà accomunate dalla figura di Prete Michele Andrea Tortu, nato ad Aggius nel 1834 e morto a Sennariolo nel 1888, che scrisse molte poesie, alcune delle quali oggi rappresentano il repertorio musicale dei cori tradizionali dei due paesi.