259/377: Anela
ISPIRAZIONE
Riprendo il mio percorso dopo l’interruzione per il concerto al Festival Time in Jazz e mi sento riposato, soprattutto di testa. Percorro i pochi chilometri che separano Bono da Anela e vengo accolto dal Sindaco Damiano, un collega geologo che mi ospitò anche nel suo paese natale Benetutti.
Ci dirigiamo in macchina sui monti retrostanti il paese, attraversando dei rimboschimenti ad abete, per arrivare ad un bel bosco di lecci dove ci fermiamo a camminare. Incrociamo un tipico pinnetto e poi una fonte di acqua freschissima.
Rimango sempre stupito ogni volta che scopro una nuova vetta in Sardegna che supera i 1000 metri. Siamo infatti vicini alla Punta Masiennera, a 1157 metri e l’aria che si respira nonostante il caldo è salubre.
Il territorio di Anela confina con il territorio di Nughedu San Nicolò, che visitai diversi mesi fa. Recenti scavi hanno messo in luce la Necropoli di Sos Furrighesos, in parte ancora da scavare, ma è molto difficile da raggiungere. Arriviamo invece alle rovine della una chiesa romanica di San Giorgio di Aneletto. Poco distante, nella piana della foresta Anela, è stata edificata la Nuova chiesa. Siamo vicini ad un punto panoramico da cui si può vedere tutta la valle del Tirso sottostante, i monti del Gennargentu e i costoni bianchi del Supramonte di Oliena. Rimango a contemplare il territorio per un po’.
Dopo un buon pranzo a casa sua, Damiano mi accompagna all’Agriturismo Sos Chercos di Pierpaolo sulla strada per Bultei. Qui vicino si trova la chiesa campestre di Santa Maria di Mesumundu, nota anche come Chiesa della Madonna delle Rose, del XII secolo. Ne approfitto per riposare prima di ritornare a visitare il centro del paese.
Al calar della sera cammino in centro per vedere la Funtana Noa, in granito, del 1886, e ammirare una serie di murales sulla via principale. Il paese è avvolto nel silenzio. Una delle piazze è in allestimento per una serata dove verrà offerto un rinfresco. I cibi sono tutti locali e genuini e pian piano che la gente arriva si crea una bella atmosfera estiva. Damiano mi chiede di suonare qualcosa e, preso il microfono, mi presento alla popolazione di questo piccolo paese, suonando due pezzi. Tra le persone intravedo due culle. Sono i due unici nuovi nati di quest’anno ad Anela, che dormono ignorando il vociare notturno.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Nel mezzo della Foresta Anela Damiano mi porta ad un punto panoramico che si affaccia sul versante nord del monte. Qui si trova una targa che ricorda un tragico evento. Damiano mi racconta che nel luglio del ’45 gli abitanti di Anela si erano riuniti vicino alla caserma della forestale per partecipare ad una messa di ringraziamento per la conclusione della seconda guerra mondiale. Una volta finita la funzione religiosa, verso le 11 di mattina, dal punto di avvistamento della Punta Masiennera venne mandato un’allerta per un incendio scoppiato alle pendici del monte. Sette forestali, i cui nomi sono tutti scritti sulla lapide che si affaccia in una stretta valle, si precipitarono nel luogo ma vennero chiusi nella valle dal veloce avanzare delle fiamme, senza possibilità di fuga, andarono incontro ad una morte tremenda.
Una poesia di Nicolino Pianu, del 2015, ricorda i settant’anni dall’evento e i sette forestali Settimio Farina, Antonio Loi, Salvatore Paoni, Giovanni Sanna, Antonio Satta, Giovanni Antonio Virdis e Silvestro Virdis, che tentarono di salvare la Foresta Anela. “A como sun colados settant’annos / fit sa gherra finida un annu appena / sa idda in luttu friscu ancora in pena / no si fit isettende atteros dannos”. E poi il drammatico momento “S’isquadra fuende a logu nettu / no s’at abistu chi sas framaridas / an tancau in fiancos sas bessidas / sun ruttos tottos in pagu trettu”. Resto a guardare per un po’ questo fianco di montagna, ora verde e ventilato, immaginandomi quella mattinata tremenda e riflettendo ancora una volta sulla piaga degli incendi.