Simaxis

276/377: Simaxis

ISPIRAZIONE

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Piana alluvionale del Tirso

Oggi allungo di un bel po’ il percorso per evitare una delle strade più trafficate e pericolose dell’oristanese (così mi hanno detto). Dunque, anziché dirigermi a Simaxis ripassando da Solarussa, passo prima da Pardu Nou e poi costeggio il fiume Tirso, pedalando sul suo argine, e attraverso un ponticello che arriva a Silì, frazione di Oristano. Da qui prendo una strada interna sterrata che mi riporta alla strada per l’areoporto di Fenosu, e da qui dritto per Simaxis, attraversando campi coltivati e svariate risaie, risorsa di questo territorio.

Arrivato in centro incontro Marco, presidente della Pro Loco, che mi offre un caffè nel bar accanto al comune, all’interno del quale rimangono segni dell’età di questa costruzione, alcune vecchie architravi e ornamentazioni in pietra. Marco mi suggersice alcune cose da vedere. E mi racconta che proprio qui nacque Papa Simmaco, da cui sembra possa aver preso il nome il paese. Un’altra ipotesi è quella della ‘via grande’, ’s’ia maxima’, come del resto testimoniano i nomi dei paesi qui vicino, Siamaggiore e Siamanna.

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Ruderi della vecchia chiesa di San Nicola di Mira

Salutato Marco, mi dirigo verso San Vero Congius, frazione di Simaxis a qualche chilometro di distanza. Pedalo tra le strade del minuscolo paesino, passando dalla piazzetta con la moderna chiesa di San Nicola di Mira. Poi mi dirigo in campagna dove Marco mi ha suggerito di visitare la chiesetta di San Teodoro. La localizzo su Google Maps e mi avvio, raggiungendola qualche minuto dopo. È una chiesa piccola, a pianta a croce, con una cupoletta sopra. Poco distante i ruderi dell’originale chiesa di San Nicola di Mira ormai crollata.

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Ponte sul Tirso

Al rientro passo da un campo per skaters e bici, addobbato di graffiti e da scarpe legate sui cavi della luce, e imbocco la strada che mi porta al ponte di ferro che ho già visitato nella mia giornata a Solarussa. Il Tirso dovrebbe essere infatti il confine tra i due comuni. Rientro alla casa dove alloggerò stanotte, trovata da me su Airbnb, e mangio un boccone, prima di farmi un pisolino.

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Piazza con resti del vecchio carcere

La sera esco a fare un giro del paese. Passo la chiesa di San Simmaco Papa, sulla via principale, dal cui portale partono addobbi di una festa imminente o passata. Arrivo al Municipio, accanto al quale noto la vecchia struttura che Marco mi aveva detto essere un vecchio carcere. Mi addentro in qualche viuzza, dove noto alcune vecchie case, a piano unico. Una di queste ha la porta aperta e posso vedere la pavimentazione di mattonelle molto antiche. Arrivo alla piazzetta antistante il Centro Sociale, sul cui muro è stato dipinto un bel murale da Manu Invisible, dal titolo Legame che rappresenta una madre con un figlio.

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Legame. Murale di Manu Invisible (dettaglio)

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Nel mio viaggio son stato spesso attratto maggiormente da alcune piccole frazioni, penso per esempio a Lollove, frazione di Nuoro da dove sono partito, o alle frazioncine di Budoni, Padru, e tantissime altre.

San Vero Congius, in mezzo alle campagne, ospita sui cento abitanti. Il suo nome deriva dal latino Sanctus Theodorus, contratto poi in Santu ‘Eru, ed erroneamente tradotto in italiano come San Vero.

Questi territori, in vicinanza della piana alluvionale del Tirso, hanno ispirato la commedia in tre atti Sa Basciura (1950) di Antonio Garau. La commedia è ambientata in questo piccolo centro dell’Oristanese che, appunto perché collocato in una “bassura”, soffre continuamente per lo straripare del vicino fiume, causando l’agitazione degli amministratori locali e la sofferenza degli abitanti.

Antonio Garau nacque a Oristano nel 1907 e dove morì nel 1988. È stato autore di “tredici commedie in lingua sarda che descrivono il modo di vivere della società sarda e i suoi mutamenti in un arco di tempo di circa mezzo secolo. Diverse compagnie teatrali in Sardegna, composte da grandi appassionati del teatro commediale di Antonio Garau, continuano oggigiorno a proporre, con grande successo di pubblico, le opere del commediografo oristanese. A lui è intitolato il Teatro di Oristano”. (da Wikipedia).