42/377: Baratili San Pietro
ISPIRAZIONE
Mi ripeto, come in quasi ogni pagina dell’ultimo periodo: la pedalata da Zeddiani a Baratili è breve! E anche il clima non cambia, un po’ di sole, ma nuvole sparse che a volte si fanno più dense, dando a quest’inusuale autunno sardo un tono più inglese che mediterraneo.
Attraverso un ponte su un fiume e, poco dopo, entro a Baratili. Mi viene incontro un signore in bici. Si presenta, è Tony, il mio contatto qui, con il piccolissimo Michele, 2 anni, suo figlio, che se ne sta tranquillo seduto nel seggiolino montato sulla bici.
Arriviamo in Comune dove mi accolgono calorosamente la bibliotecaria Cristina e il Sindaco Alberto. Poco dopo iniziamo il nostro giro in paese, tutti in bicicletta, io, Tony e Alberto! Prima volta in questo viaggio che la mia filosofia ciclistica viene abbracciata dalle mie guide! Veniamo seguiti da Giulia, fotografo ufficiale che ci seguirà per tutta la giornata.
Pedaliamo nel centro, tra le stradine, case sempre in ladiri. Il Sindaco mi fa notare molte case non completate e mi fa capire che è un problema che stanno cercando di affrontare per rendere il paese visivamente più attraente.
Raggiungiamo un bell’edificio, l’ex lavatoio, ben ristrutturato e con uno spazio conferenze ben curato. Dopodiché ci dirigiamo in periferia e arriviamo al fiume Mare Foghe, già visto ieri a Zeddiani. Anche qui il fiume è molto largo.
C’è il progetto di aprire un camminamento e pista ciclabile lungo tutto l’argine, fino allo stagno di Cabras. Anche qui mi viene raccontata la storia degli stagni di Cabras e del suo ultimo proprietario don Efisio Carta, di come venivano gestite le attività, dei pescatori di frodo e di alcuni tristi fatti di cronaca.
Rientriamo in centro ed entriamo nella bella e centrale chiesa di San Salvatore, guidati da Don Stefano che ci mostra l’interno, contenente un bellissimo altare ligneo, e poi ci porta su nel campanile, dove suono qualche rintocco, su una campana del ‘600, per sentirne il suono, prima di essere fermato per paura che la cittadinanza pensi che sia morto qualcuno.
Nel pomeriggio Tony mi porta nella sua cantina, un museo di oggetti della vita passata, nonché pieno di botti di vernaccia dalle quali ne assaggiamo diverse tipologie, tutte buonissime. Dopodiché visitiamo le storiche cantine di vernaccia Silvio Carta.
Nonostante Silvio guidi ancora la sua Mercedes a 90 anni, oggi non c’è e ci accoglie Elio, il figlio, che è alla guida dell’azienda. Per l’occasione si apre una bottiglia di vernaccia riserva del 1968… Non voglio pensare al suo prezzo, ma il sapore è incredibile, 50 anni di invecchiamento nelle botti, che nell’azienda sono tutte allineate nel capannone, alcune di esse vecchie più di 100 anni.
La serata si conclude con la presentazione del mio progetto e un bel momento musicale con il gruppo folk Santu Pedru. Organetto, launeddas, ukulele basso e ballo sardo in costume, pizza e bevande. Dopo tutta la vernaccia bevuta nel pomeriggio accetto solo Coca Cola…
FRAMMENTI SONORI
Ispirato dalla malinconia del fiume.
BREVI NOVELLE SARDE
Massimiliano e Monica gestiscono il circolo Nuova Via. Quando entro per prendere un caffè mi accolgono calorosamente, e mi colpisce subito l’accento romano.
Hanno sentito del mio progetto e non vedevano l’ora di conoscermi. Glielo racconto, ma sono più interessato a conoscere la loro storia. Entrambi sono di Roma e hanno vissuto sempre lì fin quando qualcosa, nel modo di vivere una città di due milioni di abitanti, ha iniziato a non quadrare più.
Lavoro, stress, traffico, ore perse nel raccordo anulare, chiasso, fretta, un mutuo casa assillante, pochi soldi, cassa integrazione incombente per Massimiliano, poco tempo di qualità passato insieme, e dunque pian piano l’idea di un cambio vita che si insinua nella mente.
Per vivere con pochi soldi tanto vale farlo senza stress e in un posto bello e magico. Il papà di Monica è originario di Mogoro, dunque perché non tentare la Sardegna?
Dopo essersi liberati del lavoro e della casa di Roma decidono di passare un po’ di tempo a Narbolia per iniziare un’attività agricola, il sogno di vivere di poco nella natura, con uno stile di vita lento, ecosostenibile e certamente sano.
Massimiliano e Monica sono alla ricerca di un terreno, studiano opportunità, quand’ecco che, quasi per caso, i ragazzi che gestiscono questo circolo gli propongono di acquistarlo.
Consci di non conoscere assolutamente il settore, la risposta è “Ma sì, perché no!”.
Ed eccoli qua, solo da pochi mesi, in un locale carinissimo, dal quale hanno rimosso le slot machine succhia-soldi (e vita) per mettere un vecchio flipper, un videogioco di moto con una moto sulla quale sedersi per giocare, e le freccette.
E poi tanti giochi di società, inclusa la versione sarda del Monopoli, il ‘Tancas’ prodotto a Santu Lussurgiu, al quale stanno giocando un gruppo di ragazzi (l’equivalente del Vicolo Corto è il Poetto…cosa???).
Poi un’esposizione di prodotti a base di olii essenziali naturali (Monica me ne dà uno per combattere il prurito delle punture di zanzara, ho le gambe massacrate da qualche giorno!!), qualche ripiano con libri e una bacheca dove è appesa anche la locandina del mio progetto…
Insomma mi sembra che Baratili abbia guadagnato una bella attività con l’avvento di questi due romani, che si punzecchiano affettuosamente, Massimiliano: “aho, da quando siamo qui son proprio felice… Guardo Monica, quasi mi sembrava di non conoscerla a Roma, da quanto poco ci vedevamo… Ciao sono Massimo, piacere di conoscerti…” E Monica risponde con l’accento romanaccio “ah cretinooo!” e si scambiano un tenero bacio dietro il bancone.
Benvenuti in Sardegna ragazzi!!!