322/377: Simala
ISPIRAZIONE
Per la seconda volta in quest’ultima parte del viaggio le mie condizioni di salute mi obbligano a saltare un giorno (che passerò a riposo nell’albergo diffuso Il Mandorlo a Baressa) e a coprire due comuni, per fortuna piccoli, nella stessa giornata.
Parto riposato e arrivo in pochi minuti a Simala, altro piccolo comune della Marmilla, non lontano da Pompu e Curcuris che ho visitato di recente. In Municipio, dove lascio provvisoriamente bici e bagagli, mi stanno aspettando il Sindaco Giorgio, il capogruppo di maggioranza Gianmarco e la presidente della Pro Loco Maria Luisa.
Ci mettiamo in cammino lungo le strade di questo che viene definito il “paese dei portali”. Ed effettivamente ogni vecchia casa del centro ha un bellissimo portone in legno, circondato da una struttura in pietra e spesso da altre ornamentazioni. Sulla strada principale costeggiamo la vecchia casa padronale dell’avvocato Massidda, poi un muro dove sono in mostra le foto del BiFoto Festival (già viste anche a Mogoro) e risaliamo verso la chiesa parrocchiale visibile alla fine della strada.
Ci fermiamo prima per visitare una bellissima casa padronale settecentesca, annessa ad una palazzina ottocentesca, che ci viene mostrata cordialmente dalla proprietaria Tiziana. La casa appartenne al Giudice Eugenio Cancedda, figlio dell’avvocato Salvatore che costruì il palazzo per il figlio, a sua volta figlio di Giuseppe, che si arricchì coltivando terre di giorno e di notte e costruì la casa settecentesca.
Una parte della casa, che si affaccia sull’enorme cortile, è attualmente abitata, mentre nella parte non abitata si trovano diversi ambienti, la rimessa dei carri, le vecchie stalle, la sala del frantoio, il pagliaio, le vecchie cucine. Tutti gli ambienti hanno ancora attrezzi e oggetti dell’epoca in ottimo stato, che Tiziana ci mostra con orgoglio.
Dopo la visita ci rechiamo alla settecentesca chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo. La facciata è sobria, con un campanile addosso al quale fu costruito il Monte Granatico, all’interno del quale si trova una mostra fotografica dei portali storici di Simala.
L’interno della chiesa è bellissimo già dall’ingresso, con una porta in legno policromo e un fonte battesimale a tinte simili. Il pulpito, l’altare e tanti altre parti presentano dei marmi di qualità sopraffina e dai colori variegati.
Qui, tra le varie statue lignee presenti, si trova quella di San Nicolaus, proveniente da Gemussi, un antico villaggio medioevale ormai scomparso, vicino al fiume Rio Mannu, l’antico fiume sacro locale, intorno al quale si trovano testimonianze archeologiche importanti, dalla Mansio, una stazione di posta romana, fino ai resti del nuraghe Gemussi.
Non lontano da qui si trova anche un’altra casa padronale importante, Casa Diana, fatta costruire della famiglia Monserrat Deana nella metà del Cinquecento, come rivela la pietra sull’architrave che data 1554. E poi arriviamo alla Casa Mascia, di recente acquisita dal Comune col proposito di ristrutturarla e renderla fruibile alla cittadinanza. Queste case padronali, ma anche case più piccole, vengono aperte durante la sagra Portali Aperti, e le loro corti si animano di attività e di vendita di prodotti enogastronomici locali, a base di ceci, mandorle, grano Cappelli, e altri prodotti di questo territorio a vocazione agricola.
Da qui percorriamo una strada che costeggia tutto il paese, con i campi coltivati da un lato, e arriviamo all’ingresso del paese, dove, su una collinetta, si erge la chiesetta campestre di Santa Vitalia, costruita un centinaio di anni fa sui ruderi di una preesistente chiesa. Non lontano da qui si trovano i resti di una strada romana. Tornati in centro ci rechiamo a pranzo in un ristorante dove Maria Luisa mi racconta alcuni aneddoti su Simala e su alcuni suoi personaggi storici.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
La strega fattucchiera Sebastiana Porru visse ai tempi della dominazione spagnola. Pare che vennero trovate delle tracce di piombo in località Terra Prumu, dove Sebastiana lo utilizzava per fare dei sortilegi, probabilmente a fin di bene. A causa di ciò la fattucchiera di Simala, insieme ad un’altra strega di Gonnoscodina, tale Maria Zara, venne condannata a morte dall’Inquisizione e messa al rogo.
Chiedo a Maria Luisa se qui a Simala ci siano ancora guaritrici, ma sembra di no. Poi chiedo di personaggi illustri. E viene fuori il nome di Cornelio Pusceddu, nativo di Simala, archeologo allievo di Antonio Taramelli, che partecipò agli scavi del Nuraghe Cuccurada di Mogoro. Col suo maestro Taramelli scoprì un bellissimo mosaico in una dimora romana nel villaggio di Gemussi, a tessere bianche e nere, che venne ricoperto per paura dei tombaroli, ma che fortunatamente fu fotografato proprio dallo stesso Pusceddu.
E infine viene nominato anche il Monsignor Antonio Tedde, sorsese di nascita e vescovo della diocesi di Ales–Terralba (di cui Simala fa parte) dagli anni Cinquanta. A Simala Monsignor Tedde si adoperò per l’apertura di un asilo, e si batté per l’apertura delle scuole in tutto il territorio della diocesi, al fine di portare istruzione e cultura in Marmilla. Grazie a ciò sembra che un anno Simala raggiunse il più alto numero di laureati pro capite della Sardegna.