108/377: San Nicolò Gerrei
ISPIRAZIONE
Il Gerrei sta mettendo alla prova le mie gambe. Oggi devo rifare la salita che mi riporta sulla strada per San NIcolò, ed è più lunga di quello che ricordassi, ieri l’ho fatta in discesa come un missile. La cosa bella è che il paesaggio intorno è spettacolare, vallate profondissime e da un lato il panorama si perde fino ai monti del Gennargentu. Arrivato in cima non sapevo bene cosa mi aspettava, una discesa lunga, ripida, e piena di curve, che mi affatica quanto la salita, ringrazio di non averla dovuta fare nell’altro senso! Costeggio un torrente e percorro l’ultimo tratto in salita prima di entrare in paese.
Pedalo lungo la strada principale e arrivo al Comune. Qui mi stanno aspettando il Sindaco Stefano e il vice Sindaco Umberto. Davanti ad un caffè mi raccontano un po’ di San Nicolò Gerrei, paese sotto i mille abitanti, ma che rispetto ai paesi vicini ha tutti i servizi principali, scuole, un poliambulatorio, la banca.
Dopo avermi sistemato al bnb zia Chiarina di Angelo, un simpatico ragazzo di origini cagliaritane, Umberto mi porta in macchina a visitare il paese. Passiamo dal vecchio caseificio, un edificio ben ristrutturato riconvertito per attività varie, un marmista, degli uffici di attività varie. Costeggiando il campo sportivo arriviamo alla Funtana Congia dove veniva fatta la concia della lana. Tutta quest’area era il nucleo originale del paese, ora vecchio centro storico. La zona intorno era paludosa, per questo il vecchio nome del paese era Pauli Gerrei (palude del Gerrei) poi cambiato in San Nicolò.
Ritorniamo verso la strada principale dove sorge un bel palazzo, la vecchia pretura, un tempo sede del carcere. Poco distante la piazza con la chiesa San Nicola di Bari, patrono, e in una stradina laterale restano i ruderi della casa del marchese Zatrillas, di origine aragonese. Poco lontano arriviamo all’altra residenza del marchese, con un bell’arco di pietra rossa granitica all’ingresso nel quale sono stati incorporati due bei capitelli, probabilmente rinascimentali.
Guidiamo nella parte alta del paese, dove si trovano diverse fonti d’acqua e una bella struttura del vecchio acquedotto in stile futurista-fascista. Riscendendo arriviamo ad una piazza, con dei murales e un monumento a Salvatore Corrias, una sorta di Schindler sardo, che in tempo di guerra salvò la vita a moltissimi ebrei sardi, e per questo quando fu scoperto venne fucilato dopo un processo sommario.
Nel pomeriggio riesco a fare un pisolino, poi visito la biblioteca, in un bel palazzo dove aveva sede la vecchia scuola. C’è un settore sardo ben fornito dove mi soffermo a sfogliare diversi libri, incluso uno sui cognomi della Sardegna di Massimo Pittau che fa derivare il cognome Dessanay da De-sa-nai (del ramo). Faccio un ultimo giro in paese per fotografare qualche scorcio del vecchio centro storico, dove molte case sono ancora in pietra, una sorta di calcare scuro molto scistoso, e poi concludo la serata al bnb chiaccherando con Angelo e ammirando il giardino del retro del bnb, con un pavone, galline e tartarughe!
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
A San Nicolò Gerrei nel 1927 e 28 insegnò mio nonno Sebastiano. Lo so anche perché i suoi unici esperimenti di poesia (suo padre Pasquale era poeta) erano firmati Sebastiano Dessanay, San Nicolò Gerrei, 1927. Mi chiedo come fosse questo paesino a quei tempi e se nonno fosse ispirato da queste zone per scrivere versi. Allora chiedo al Sindaco Stefano se esista un archivio storico, per frugare tra documenti e magari trovare qualche vecchia foto o registro scolastico. Stefano mi dice che non è al momento accessibile ma che chiederà all’impiegato di fare delle ricerche. Quando usciamo fuori incontriamo un signore, Ugo, di Silius, che appena sente il mio nome mi chiede se sono parente di Bustianu il politico. Mi dice che nonno veniva spesso in questa zona nelle sue campagne elettorali (lo stanno facendo anche i politici di oggi?) e in più mi racconta che aveva stretto amicizia con sua padre a Silius e che regolarmente ogni anno andava a fare visita e stava a pranzo. “Domani se sei a Silius vai a trovare mamma, è ancora viva, 96 anni, sicuramente ha qualcosa da raccontarti” mi dice Ugo. E così ho trovato un altro legame personale in questa terra impervia, isolata e dimenticata da tutti, il Gerrei.