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187/377: Bulzi

ISPIRAZIONE

Oggi pochissimi chilometri di tutta discesa costeggiando la vallata bordeggiata di calcari bianchi. Arrivo a Bulzi, accolto all’ingresso da una Madonna su un bel tronco fossilizzato…presagio del tono di questa giornata.

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Mi accoglie Claudio, geometra che lavora anche come guida alla chiesa di San Pietro delle Immagini. Dopo un caffè Claudio mi porta in giro per il bel centro storico di Bulzi. Prima tappa la chiesetta di Santa Rughe, ricostruita negli anni 50, che contiene una bella statua del Cristo del ‘500. Non lontano da qui la Funtana Manna, fontana dell’Ottocento con due vasche laterali, la cui acqua arriva direttamente dal fiume Silanis. Poi arriviamo alla chiesa di San Sebastiano, con una bella facciata romanica in pietra calcarea bianca ed elementi in trachite rossa. Qui si trova un bellissimo retablo scuola spagnola fine 500 ma soprattutto un preziosissimo gruppo ligneo del 1200, sull’altare, che raffigura la deposizione di Cristo, rarissimo esempio di questo momento, forse prodotto in Toscana, ed un tempo appartenuto alla chiesa di San Pietro delle Immagini e poi portato qui.

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Per pranzo mi compro dei panini e mi dirigo in campagna, pedalando con una bellissima giornata, sembra che il bel tempo sia finalmente arrivato. Arrivo fino alla chiesa campestre di San Pietro delle Immagini, visibile già nel mezzo dei campi dalla distanza, e mi siedo all’ombra nei tavoli intorno alla reception per pranzare. Ne approfitto per fare una passeggiata verso il letto di un fiume, attraversato da un ponticello in legno, poi torno verso la reception, attraversando rocce vulcaniche scavate, osservando l’imponente chiesa, e mi metto a lavorare in attesa che arrivi Claudio, di turno qui come guida nel pomeriggio.

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Claudio arriva puntuale, col cugino Gianfranco che mi lascia le chiavi della sua casa dove alloggerò stanotte. Ci avviciniamo alla chiesa, bicolore, calcare bianco e una ignimbrite rosso scuro. Inizia la visita con Claudio. Prima tutt’intorno all’esterno, pieno di statue, simboli e immagini, specialmente quella di un uomo barbuto all’ingresso, forse un frate francescano, da cui il nome ‘delle Immagini’, sebbene sia conosciuta anche come San Pietro del Crocifisso, per la presenza dell’importante gruppo ligneo ora a San Sebastiano. Entriamo dentro. Un’atmosfera sobria e mistica. La bicromia continua, ma fatta più di pietra scura. La luce entra dalle varie finestrelle. Accanto all’altare un’acquasantiera sopra un tronco fossile (a ricordare l’importanza del parco paleobotanico che unisce i comuni di Bulzi, Martis, Laerru e Perfugas). Torniamo fuori. Intorno alla chiesa ci sono i resti del vecchio monastero e Claudio mi spiega che anche la reception era un tempo l’alloggio di un eremita.

Rientro in bici in paese, dove mi sistemo nella casa di Gianfranco e inizio a lavorare e a sistemare gli appunti della giornata sui dettagli delle chiese. Le campane suonano. Ricordi della giornata a Sorradile e melodie mistiche risuonano nella mia testa.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Sogno (ma in realtà me le ha ben descritte Claudio) le simbologie all’esterno della chiesa di San Pietro delle Immagini. I numeri degli elementi facciata: 42 archetti in alto, i giorni dell’esodo, 7 archi più grandi sotto, il numero perfetto, 3 archi grandi ancora più in basso, la trinita’. Il lato destro della chiesa è quello della morte, son state trovate sepolture, il lato sinistro della vita, viste le simbologie, capitelli di varie figure animali e vegetali, pergamene, una figura che saluta in direzione della vecchia via di arrivo, che univa tutte le altre chiese della zona in un cammino per pellegrini, attraverso Sedini fino a Tergu e Castelsardo.

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Arriva Domenico alla reception/casetta dell’eremita. Domenico ha scritto un libro sulla chiesa di San Pietro che è qui in vendita. La cosa più interessante è lo studio sulle luci che entrano dalle fessure e finestre. Tutte queste infatti sono state progettate in base ai solstizi d’estate e d’inverno e mandano la luce in punti precisi a seconda della stagione. Ogni tre ore la luce cade su punti diversi, seguendo i cicli di preghiera. La luce cade su pietre particolari, dalla forma diversa dalle altre, poi le luci formano simboli, croci, punti luminosi come i chiodi della croce, e poi ci sono punti illuminati gradualmente da una finestra all’altra. Tutto ciò è impressionante. Già quando la visitiamo insieme posso vedere alcuni fenomeni, ma nel libro Domenico ha documentato le varie tipologie, stando nella chiesa per 24 ore nei giorni dei solstizi, fotografando tutte le possibilità della luce…tranne una. Una sera di luna piena è andato nella chiesa senza macchina fotografica. La chiesa era tutta illuminata di un bellissimo tono di blu, mai visto prima. Ad un dato momento preciso, durato poco, la luce della luna ha illuminato l’altare. Un momento che Domenico non ha potuto suggellare su foto. Chissà se avrà la pazienza di tornarci in un’altra notte di luna piena, sperando che quella coincidenza astrale mistica non si ripeta ogni centinaio o migliaio di anni!