Seulo

290/377: Seulo

ISPIRAZIONE

Seulo
Vista sulla valle del Flumendosa da Su Pitzu de Nusaunu, direzione nord

Il fiume Flumendosa, che sorge sul Gennargentu non lontano da qui, ha scavato una profonda vallata a forma di V. Discendo velocemente uno dei due lati della V e arrivo all’impressionante ponte sul quale mi fermo per guardare di sotto. È qui che un tempo si poteva fare il bungee jumping, poi interrotto dalla messa in sicurezza e la costruzione di alte barriere.

Una volta ripartito mi aspetta la scalata dell’altro lato della V. È meno ripida e più lunga, e il panorama sui tacchi di calcare che spuntano dai verdi boschi è spettacolare. Sto entrando nella Barbagia di Seulo. È strano come questi luoghi appartengano alla provincia del Sud Sardegna pur non avendo quasi niente in comune con il sud a livello di tradizioni, storia e costumi.

Nell’ultimo tratto in salita, sulla curva prima di entrare in paese, avvisto un gruppo di persone con uno striscione di benvenuto. Sono un gruppo di amici, capitanati dai fratelli Beppe e Paolo, amici di vecchia data dai tempi dell’adolescenza a Cagliari. Sono insieme a loro zio Giovanni, che mi ospitò a pranzo nella giornata di Marrubiu, la loro zia Rosanna, Grazia e William.

Seulo
Vista sulla vallata del Flumendosa da Su Pitzu de Nusaunu, direzione sud

Una parte di loro è venuta in bicicletta, dunque entriamo in paese su due ruote e ci dirigiamo in municipio dove ci sta aspettando, per un saluto istituzionale, il sindaco Enrico e il fratello Pierpaolo, che riconosco essere stato un mio collega di Geologia all’università.

Una volta lasciati bicicletta e bagagli a casa di Beppe e Paolo, prendiamo le macchine per visitare questo meraviglioso territorio. Alla guida c’è lo zio di Beppe, Giovanni, soprannominato “ponifogu” per la sua incitazione ad attizzare il fuoco nel camino, e grande appassionato di alpini.

Percorriamo una strada che arriva al bellissimo bosco di Nosaunu, dove si trova una casermetta della forestale, e da qui ammiriamo la vista sul territorio dall’alto. Poi proseguiamo lungo una stretta e sconnessa strada bianca dove “ponifogu”, nonostante la sua età avanzata, sembra essere completamente a suo agio mentre io molto meno! Parcheggiamo in una piazzuola e da qui proseguiamo a piedi.

Siamo arrivati a Su Passadissu, un percorso che costeggia tutta la parete calcarea affacciata sulla valle del Flumendosa. La vista è veramente mozzafiato. Ci sono dei punti dove il camminamento è veramente stretto. Riesco comunque a dominare il mio senso di vertigine e a godermi la vista sensazionale. Arriviamo a Pitzu Nusaunu, 772 metri sul livello del mare, da dove posso scorgere il territorio a sud che mi aspetta nei prossimi giorni.

Seulo
Fornace per la calce

Il pranzo è stato organizzato all’Agriturismo Ticci di Manuela, dove ci raggiungono anche Tarcisio ed Elisabetta col piccolo Marcellino che conobbi ieri a Gadoni. Il pranzo è veramente regale, con prodotti genuini a km zero. Purtroppo è sempre difficile rialzarsi, soprattutto con una selezione ampia di “ammazzacaffè”, ma abbiamo ancora tanto da vedere.

La prossima tappa è la Foresta Addolì. Lasciate le macchine ci inoltriamo in un percorso in mezzo al bosco dove si trovano diverse vecchie fornaci per la produzione della calce. Proseguiamo lungo il percorso di un affluente del Flumendosa e arriviamo a Su Stampu de Su Turrunu, un laghetto formato da una particolarissima cascata che cade all’interno di un buco nel calcare.

Seulo
Su Stampu de Su Turrunu

Purtroppo questo non è il periodo migliore per le cascate, il getto è solo un rivolo, ma non di meno riesco a infilare i piedi nell’acqua ghiacciata e a godermi questo scenario da fiaba. Una delle attrazioni maggiori di questo territorio sono le cascate di Sa Stiddiosa, ma purtroppo la strada per arrivarci da qui è molto lunga e impervia e devo rimandare la visita alla prossima occasione.

Seulo
Le grotte Is Janas

Non lontano da qui visitiamo le Grotte Is Janas dove Maria, guida dell’Ecomuseo Flumendosa Seulo, ci accompagna attraverso le sale di queste cavità, ricche di concrezioni, stalattiti e stalagmiti magnifiche.

Seulo
Sede dell’Ecomuseo Flumendosa Seulo

Rientrati in paese visitiamo la sede dell’Ecomuseo dove si trova una mostra sui centenari, con un’esposizione di abiti tradizionali, e poi passeggiamo per le vie del paese, dove addirittura un’intera via è abbellita dalle foto di centenari che vi avevano vissuto.

La serata termina con l’incontro col Coro Perdedu Seulo, che prova sotto la direzione di Andrea Desogus, ex collega ai tempi del Conservatorio. Mi unisco al coro, prima con l’ukulele, poi cantando tra i bassi, e concludiamo questa lunga giornata mangiando pecora in cappotto e bevendo del buon vino rosso, degni rappresentanti culinari del mio secondo passaggio in Barbagia.

 

FRAMMENTI SONORI

Centenari

290-Seulo-score

 

BREVI NOVELLE SARDE

Seulo, insieme ad altri paesi dell’Ogliastra, Arzana, Baunei, Talana, Urzulei e Villagrande Strisaili, sono stati ufficialmente inseriti nel programma Sardinia Blue Zone, un vero e proprio osservatorio della longevità in Sardegna guidato dal ricercatore Gianni Pes, dal belga Michel Poulain e da altri studiosi. Il programma studia i paesi dalla lunga vita, luoghi dove la concentrazione di centenari è più alta che in altri.

In realtà ci sono anche tanti altri paesi che vantano un alto numero di centenari, Perdasdefogu, Ussassai, ma Seulo è ufficialmente entrata nel Guinness dei Primati per aver avuto 20 centenari su 900 abitanti.

Gli studi sulla longevità analizzano sempre le abitudini e stili di vita. In queste zone della Sardegna l’alimentazione è principalmente basata sul pane pistoccu, possibilmente a base di lievito madre, e sul latte e formaggio di capra. Ma in altri Paesi dove si vive a lungo, come il Giappone per esempio, hanno altre ricette: a Okinawa, al primo posto nella classifica della longevità, si consumano soprattutto frutta e verdure.

La neurologa Maria Rita Piras, parte del team Sardinia Blue Zone ed esperta nel trattamento dell’Alzheimer: ha compiuto diversi test sui centenari di Villagrande, e ha messo in evidenza l’integrità cognitiva degli anziani che sembrano immuni dalla demenza senile, conservando “ricchezza e chiarezza di linguaggio, insieme con una perfetta memoria personale e collettiva”.

Pino Ledda un genealogista originario di Ales, anche lui parte del team Sardinia Blue Zone, ha creato gli alberi genealogici di tutti i seulesi, facendo una ricerca che va a ritroso di quattrocento anni. Frugando negli archivi del Comune e della chiesa, ha ricostruito vicende, storie personali, biografie. Ha anche catalogato i soprannomi, fondamentali per distinguere persone omonime e individuare i rami familiari.