258/377: Bono
ISPIRAZIONE
Continua il mio percorso ai piedi dei monti del Goceano, che mi porta a Bono, vera e propria cittadina della zona. Adoro questa sensazione, dopo essere stato in paesi piccolissimi, di arrivare in un luogo che sento come ‘metropoli’, per la presenza di traffico, negozi, gente in giro e attività in generale.
Dopo aver lasciato bici e bagagli al b&b Le Ortensie dove sono ospite di Mario, incontro Bastianina Piera e Cristina con le quali trascorrerò questa calda giornata d’agosto. Andiamo a cercare refrigerio in una delle località più importanti a livello naturalistico, il bosco di tassi secolari Sos Nibberos, a oltre 1000 metri di altitudine.
Sbagliando strada e rimanendo mezzo bloccati in uno sterrato ripidissimo, siamo costretti ad uscire dalla macchina per riuscire a farla risalire e ritornare sulla strada giusta. Ma conclusa questa piccola avventura arriviamo finalmente in mezzo al bosco e camminiamo fino ad una fonte di acqua gelida circondata dai tassi. Qui si trova anche una specie di rovo endemico che cresce solo in questa zona, il Rubus Arrigonii.
Ci godiamo per un po’ la frescura di questo luogo magico e poi rientriamo in macchina. Giriamo su alcune strade sterrate intorno alla Punta Manna, la vetta oltre 1200 metri del Monte Rasu, dove si estende un ampio complesso forestale e dove si trova una xiloteca che contiene campioni di legni vari della zona.
Riscesi verso il paese, ci dirigiamo verso le campagne a valle del paese, che discendono verso la valle del Tirso. Qui, in mezzo alla vegetazione ormai arsa dal caldo, ci fermiamo a pranzo all’Agriturismo Perandria, dove la proprietaria Marilena ci delizia con un pranzo a base di eccellenti prodotti locali.
Passata l’arsura pomeridiana, ci ritroviamo in tarda serata per una passeggiata nelle vie del paese. Partiamo dalla chiesa di San Michele Arcangelo, con una bellissima facciata di pietre multicolore. Mi raccontano che qui dietro si trovava la chiesa di Santa Croce che oggi non esiste più.
Passiamo dalla casa che ha dato i natali ad uno dei personaggi più celebri di Bono, Giovanni Maria Angioy e ci immettiamo nel Corso che prende il suo nome. Arriviamo alla bella Piazza Bialada, dove un bel murale di Liliana Canu ricorda i moti rivoluzionari e dove si trova il busto di Angioy. Mi colpisce anche un bel murale moderno che raffigura la cittadina.
Proseguiamo per Piazza Trieste dove si trova il monumento ai caduti, e arriviamo al bell’edificio del Municipio. Ci fermiamo proprio qui di fronte per un aperitivo prima di proseguire e concludere il giro al colle di San Raimondo dove si trova l’omonima chiesa. Qui, durante la festa di celebrazione del santo, viene preparata una grande zucca che viene poi fatta rotolare a valle, a simboleggiare le palle di cannone usate per la cacciata dei piemontesi che erano qui venuti per dare la caccia ad Angioy.
Da qui la vista sul paese adagiato sul versante della montagna è magnifica, coi colori del sole tramontato da poco. E più tardi la cittadina illuminata dai lampioni mi fa sentire nell’ennesima ‘piccola Parigi’ sarda, complice forse la destinazione finale dell’esilio angioiano.
PS Domani il furgone di Time in Jazz verrà a prendermi per portarmi a Berchidda. Dopo tre mesi (90 giorni di fila!) interrompo un’altra volta il viaggio per qualche giorno per esibirmi al prestigioso festival creato da Paolo Fresu. E a dire la verità mi riposerò per qualche giorno prima di ritornare qui a Bono, da dove riprenderò il mio pedalare verso gli ultimi paesi del Goceano.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Le vicende di Giovanni Maria Angioy sono ormai su tutti i testi di storia sarda. Certo qui se ne respira l’aria, come nei paesi e nelle zone che ho già attraversato e teatro dei moti rivoluzionari, come i paesi del Montiferru, Scano di Montiferro e Santu Lussurgiu, o Semestene.
Invece ho scoperto tardi che il pittore Carmelo Floris, la cui casa-museo visitai in quel di Olzai ormai quasi 10 mesi fa, era nativo di Bono, che lasciò in giovane età una volta rimasto orfano di padre. Peccato non aver trovato nessuna traccia o riferimento a questo grande artista. Tra le varie via Carducci, via Pacinotti, via Allegretti, penso che Bono si meriti di avere una via Carmelo Floris, che mi risulta esserci solo a Sassari, forse in onore del suo arruolamento volontario nella Brigata Sassari durante la Prima Guerra Mondiale.
In via Manzoni (sarà forse la futura via C.Floris?) si trova lo studio di fisioterapia dove mi son recato durante la giornata a Bottidda per curare la storta alla caviglia che continuava a farmi male. Maria mi fa un massaggio leggero e poi mi tratta la zona con la terapia magnetica. Le racconto del mio viaggio e al momento di pagare mi dice che non vuole nulla. Le dico che tornerò un’altra volta e che vorrei pagare. E invece anche questo pomeriggio Maria mi offre un altro trattamento gratuito, confermando il grande senso di solidarietà di cui il mio progetto sta godendo.