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45/377: Cabras

ISPIRAZIONE

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Anche oggi un maestrale furioso, per fortuna ce l’ho alle spalle e la strada da Riola a Cabras, passando per Nurachi, è breve. Costeggio campi circondati da canneti, poi lo stagno e poco dopo arrivo a Cabras, in una domenica uggiosa.

Incontro la consigliera comunale Federica la quale mi accoglie nel bar gestito dal marito Elvis (WOOOWW…rock’n’roooollll!!!!) e subito dopo ci dirigiamo in Comune per incontrare il Sindaco Andrea.

Tutti insieme ci dirigiamo al museo civico Marongiu, una delle collezioni più impressionanti di reperti archeologici appartenenti a epoche diverse, dal neolitico al periodo Romano passando per i Fenici.

Tutta la sequenza cronologica dei reperti mi viene sapientemente raccontata dalla guida Nicoletta. Ascolto tutto con molto interesse, e ovviamente una volta entrato nella sala dei famosi Giganti di Monte Prama sono catturato dalla storia del loro rinvenimento e del mistero attorno alla loro funzione nella necropoli nuragica.

Mi viene anche illustrato il progetto di ampliamento del museo, che dovrebbe un giorno ospitare il resto delle statue dei giganti, ora al Museo di Cagliari.

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Ormai sono arrivato alle zone costiere, e me ne accorgo a pranzo, dove al ristorante Da Attilio mi viene servito un pranzo a base di pesce.

A parte il pranzo degli anziani di Bauladu alla peschiera Pontis di Cabras, e la zuppa di pesce a Ovodda, tutto il resto del viaggio (42 giorni) è stata carne. Dunque sono felicissimo di mangiare bottarga di Cabras a palate, oltreché tutta una serie di altri antipasti e pesce buonissimo!

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Il pomeriggio è dedicato alla visita di Capo San Marco. Non visito il sito archeologico di Tharros, che ho già visto in passato e che comunque si può costeggiare dalla strada che entra nell’istmo.

Invece decido di godermi questa giornata di bufera di maestrale. Il vento è talmente forte che mi sposta. Le onde sul lato nord tesissime, più salgo il capo più il vento mi sbilancia.

Affronto una ripida salita, mi giro, e la vista su tutta la penisola è mozzafiato. Arrivo fino al faro, ma è impossibile solo avvicinarsi allo strapiombo roccioso, il vento soffia troppo forte e mi sposta verso il baratro.

Mi godo la forza della natura.

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Al rientro passo dal villaggio di San Salvatore, famoso per essere stato un set di vari film western.

Attorno alla chiesetta, dove ogni anno ‘gli scalzi’ arrivano di corsa per portare il santo, si trovano una serie di casette, i muristenes, che formano vere e proprie strade. Gironzolando per una di queste svolto un angolo e…un tipo vestito da cowboy, tutto illuminato da luci e circondato da telecamere e persone, sta puntando la pistola ad un altro cowboy buttato in terra.

Non ci posso credere. Poco dopo riesco a chiedere ad una ragazza e mi spiega che stanno girando uno spot per una app.

Al rientro mi fermo a cena al ristorante Sa Bell’e Crabasa, dove ancora una volta mi faccio una bella mangiata-mare!

Torno al bnb felice e contento per la giornata ricca di archeologia, natura e pesce!

FRAMMENTI SONORI

Riff statuario, come i Giganti di Monte Prama.

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BREVI NOVELLE SARDE

Questo è anche un viaggio alla ricerca delle proprie radici, e come tale include anche elementi genealogici, non solo ricerche di persone decedute decine o centinaia di anni fa, ma anche incontri con persone viventi mai incontrate prime, appartenenti alla grande famiglia allargata dei Dessanay/i.

Sfatando la credenza che la y finale del cognome sia più ‘pregiata’ della i finale presente nell’altra variante, molto probabilmente si tratta solamente di errori di trascrizione accumulati nei secoli (basti guardare quante volte il mio cognome è stato scritto con la i finale anche in tempi recenti).

Dopottutto il cognome ha origine a Laconi alla fine del ‘500 e si ritrova già da quei tempi con le due varianti. Ma questa è un’altra storia…

Torniamo a Cabras, per me un luogo nuovo dei Dessanai, che credevo presenti quasi esclusivamente a Laconi, Nuoro e Cagliari (il mio ramo).

Oggi a Cabras incontro per la prima volta Gianni e Giuseppe Dessanai. Mio padre e loro padre erano cugini di primo grado. Dunque noi dovremmo essere cugini di terzo grado, nonostante la y e la i finali.

Mi accolgono calorosamente anche se non conoscono bene il nostro legame di parentela, che gli spiego subito. Sono sempre interessato a mappare i Dessanay/i più giovani, per capire chi trasmetterà il cognome alle generazioni successive.

Il figlio di Gianni, Tommaso, 10 anni, è uno dei pochi dell’ultima generazione (insieme a mio nipote Leonardo, 14 anni e pochi altri) che lo farà. Il mio albero genealogico si allarga, chiedo date di nascita, facciamo fotografie, e chiacchieriamo del mio progetto.

Alla fine vado via arricchito di un nuovo ramo, nuova linfa vitale, e speranza che il cognome non scompaia…Forza Tommaso!!